9 Maggio 2016

Don Stefano Meloni, i poveri e l’esempio di Madre Teresa

Nella parrocchia romana di S. Maria della Misericordia, in via dei Gordiani, don Stefano Meloni, vocazione adulta ispirata da madre Teresa, accoglie persone in difficoltà, provenienti dalla strada, alle quali garantisce alloggio, colazione e cena per un periodo di tre mesi. Una mano tesa per provare a rialzarsi...

Fino agli anni ’60 la borgata Gordiani era una baraccopoli abitata prevalentemente da immigrati del sud Italia in cerca di fortuna nella capitale. Un territorio povero, dimenticato, che ancora oggi soffre l’assenza di un’adeguata politica.

Proprio al centro dell’antica baraccopoli sorge la parrocchia di S. Maria della Misericordia dove don Stefano è arrivato nel 1999.

Il suo bagaglio di esperienze pregresse gli ha permesso di fare della parrocchia, stretta tra un campo nomadi e i palazzi dormitorio di via Prenestina, uno dei luoghi più vivaci e puliti del quartiere. Un oratorio attivo, la Messa domenicale sempre affollatissima tanto da ospitare persone in piedi davanti alla porta d’ingresso e un gruppo di quasi 300 instancabili volontari che lavorano insieme a lui al servizio dei più poveri. E di poveri che bussano alla sua porta ce ne sono davvero tanti, al punto da non farcela ad aiutare tutti.

Allora, subentra il lavoro di ascolto per indirizzarli nei centri di accoglienza con posti disponibili, con attenzione all’età e alle motivazioni che li hanno portati alla vita di strada. Perché per ogni storia, per ogni carattere, c’è un posto migliore di un altro o semplicemente più adatto.

Può sembrare un lavoro difficile, ma non per don Stefano, che conosce la mappa di tutte le realtà romane destinate all’accoglienza. Era giovanissimo e non ancora sacerdote quando ha iniziato a lavorare come volontario con le suore, anzi le sisters di Madre Teresa nella casa accoglienza “Dono di Maria”.

È li che ha imparato ad accogliere, ascoltare e servire. Ed è sempre lì, grazie all’incontro con Madre Teresa, che ha maturato la scelta del sacerdozio. Poi nel 1999 appena arrivato nella parrocchia di S. Maria della Misericordia ha aperto la sua prima piccola casa di accoglienza.

Le persone che accoglie sono uomini in età adulta, perché per strada gli anziani sono i più deboli, ed è in grado di ospitare 16 persone alle quali garantisce alloggio colazione e cena per un periodo di tre mesi. Una pausa a carattere quasi familiare per chi vive in mezzo alla strada. E tutto solo grazie all’aiuto dei volontari che non danno soldi ma portano il cibo, cucinano lavano i piatti.

Perché in fondo, come ci dice, “basta poco” per aiutare chi ha bisogno. E questo loro vivere di aiuti non programmati funziona ormai da quasi trenta anni facendo della semplicità all’accoglienza la lezione più grande da imparare da questo piccolo centro.

E a volte intorno alla tavola apparecchiata per 16, dove spesso si mangia in 20 in un susseguirsi di piatti di forme e colori diversi che più che a un centro accoglienza fanno pensare ad una vecchia casa di campagna, sembra di percepire una presenza.

La mano confortante di una infaticabile suora, Madre Teresa, che ha servito e accolto centinaia di persone forte di un solo aiuto. Quello della Provvidenza.

9 Maggio 2016
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